Rassegna stampa


La Nazione - Siena,

I nuovi piani per Mps, meno vincoli sul futuro

L’ultimo giorno dell’ad Morelli: “Dall’incubo fallimento al ritorno sul mercato in 44 mesi. Il Tesoro resterà azionista? Tutto può accadere”

“Il mio ufficio a Rocca Salimbeni è ormai vuoto. Si chiude un momento importante, professionalmente molto intenso. Vado via con la consapevolezza che abbiamo fatto molta strada da quando siamo partiti alla fine del 2016”. Per Marco Morelli domani sarà l’ultimo giorno da ad di Banca Mps. Prima dell’assemblea che nominerà i nuovi amministratori, vuole salutare la banca e la città, indicando anche un possibile orizzonte per il futuro.

Come riassumerebbe questi 44 mesi?
“Li dividerei in tappe. Gli ultimi mesi del 2016 sono stati connotati dalla paura: miliardi di euro di depositi in fuga, gli aumenti di capitale del 2014 e del 2015 vanificati, una nuova operazione sul capitale deliberata e lanciata prima del mio arrivo, il brand in caduta libera e i dipendenti che nutrivano dubbi sul posto di lavoro. Tanti nostri concorrenti corteggiavano i clienti, spingendoli a ritirare i risparmi dal Monte dei Paschi”.

Un incubo arrivare al 2017
“È stato l’anno della speranza, dell’accordo sul piano di ristrutturazione dopo trattative durate mesi. Abbiamo tutelato al massimo l’occupazione, l’Europa chiedeva migliaia di tagli in più. Il Monte ha iniziato a tirar fuori la testa”.

Meglio unire 2018 e 2019…
“Prima c’è stata la fase della consapevolezza. Ci siamo riappropriati di una posizione commerciale, siamo tornati ad essere un forte presidio territoriale, il brand Monte ha riacquistato credibilità, la banca è tornata sul mercato. E c’è stato anche il ritorno alla redditività, grazie alla forza delle filiali e alla fiducia dei nostri clienti”.

Quanto è merito suo?
“Il merito è di tanti. È importante per un azienda e per un amministratore delegato riuscire a coinvolgere sempre più persone, facendole sentire protagoniste di una storia e di un percorso condiviso di rinascita”.

Come si immagina il 2021? Ci sarà il nuovo piano industriale?
“La domanda va fatta al nuovo cda. Non mi permetto di dire come dovrà essere rinegoziato il piano con l’Europa. Dico solo che dovrà valorizzare i punti forti del Monte, un brand e una rete commerciale, che nonostante vincoli e limitazioni, hanno dimostrato di saper far crescere impieghi e raccolta. La banca deve poter avere piena capacità di camminare come fanno i concorrenti”.

Sarebbe tutto più facile se il Tesoro restasse azionista
“La durata del nuovo piano è un capitolo della rinegoziazione. Sarà in quell’ambito che l’azionista potrà scegliere cosa ritiene opportuno fare. Una volta che l’orizzonte sarà più certo, il Tesoro prima o poi dovrà uscire. Quando e come sono valutazioni che competono all’azionista”.

La direzione generale potrà restare a Siena?
“La valutazione potrà essere fatta nell’ambito di un’evoluzione strategica complessiva. Fino a quando la banca avrà un suo piano, andrà avanti con le linee adottate. Poi sarà competenza dell’azionista, davanti a scenari diversi, valorizzare e utilizzare tutti i punti di forza del Monte. Mps è una banca fortemente centrata in una città, Siena, e una regione, la Toscana. Più che la direzione mi preoccuperei di valorizzare centinaia di persone che a Siena lavorano al Monte. Non bisogna ancorarsi a un’etichetta ma piuttosto a garantire opportunità di lavoro”.

Cosa resterà dei 22mila dipendenti e delle 1.400 filiali Mps?
“Dipende da che attività vuole fare il Monte nei prossimi anni. È una banca molto tradizionale, vocata al retail, molto presente sul territorio. Sono tante le banche italiane che hanno lo stesso tipo di modello commerciale. La valutazione su cosa potrà essere la banca dovrà tener conto dell’età media di clienti e dipendenti, degli investimenti necessari nel digital banking e nel fintech e della capacità di raccogliere capitali sul mercato.
Quanti sportelli e quanti dipendenti? Il Monte è l’unica banca europea che su questi numeri aveva vincoli dettati da un piano. La scelta di nuovi alleati dovrà essere fatta partendo dai punti di forza di Mps che sarà opportuno valorizzare”.

Pino Di Blasio